Alla fine del 2016 la regione Puglia promulga una legge per la tutela dal rischio derivante dal radon. Nell’agosto del 2017 la legge viene modificata ed integrata. Qui è riportato il testo combinato.
La International Commission on Radiological Protection, massimo organo scientifico internazionale di indirizzo per le radiazioni ionizzanti, lo scorso autunno 2017 ha emesso una nuova pubblicazione, la ICRP 137, un aggiornamento riguardante i valori di assunzione di radionuclidi.
La ICRP stessa ne ha diramato, per la parte specifica del radon, un opportuno estratto-riassunto destinato a larga diffusione che viene qui riprodotto in allegato (in inglese).
Il suo ultimo paragrafo riguarda i nuovi valori da adottare nel calcolo delle dosi da radon.
In estrema sintesi, al di là dell’abbassare il “limite d’azione” da 500 a 300 Bq/m3, come già adottato dalla Direttiva Europea 59/2013 e in via di recepimento quest’anno anche in Italia, ICRP indica un nuovo coeffciente standard di conversione per stimare convenzionalmente la dose annua in mSv, più che raddoppiando il valore precedente: da 3 si passerebbe a 6,7 (nSv/Bq)(m3/h). Sicché per l’usuale calcolo convenzionale di dose annua D la moltiplicazione ora risulterebbe:
D [mSv] = 6,7 [(nSv/Bq)(m3/h)] · C [Bq/m3] · T [h] · 1/1000000 [mSv/nSv],
ove C è l’attività volumica media annua del radon e T è il tempo annuo di esposizione.
Ciò significa in pratica che le stime di dose subiscono un abbondante raddoppio, a fronte del quale tuttavia la ICRP stessa per la dose annua suggerisce di adottare, in luogo del precedente 3 mSv, una nuovo limite di riferimento di 4 mSv (che in ambito lavorativo corrisponde come prima al limite d’azione, ora 300 Bq/m3, per 2000 ore annue di esposizione).
Tutto ciò attualmente in Italia non è ancora norma di legge, ma prevedibilmente lo diventerà. E comunque, in quelle situazioni in cui già oggi si agisce in assenza di indicazioni normative nazionali, bensì riferendosi proprio agli standard internazionali (per esempio per il calcolo di dosi in ambiti non lavorativi oppure in luoghi di lavoro ai piani fuori terra), è decisamente opportuno tenere in considerazione l’aggiornamento.
Nel luglio del 2019 la regione Campania promulga la propria legge per la tutela dal rischio derivante dal radon. Nel dicembre del 2019 la legge viene modificata nelle scadenze esecutive. Qui è riportato il testo combinato.
ATTENZIONE - AGGIORNAMENTO successivo
La legge campana ha rimandato i termini facendoli coincidere con i corrispondenti termini stabiliti successivamente dalla norma nazionale D.Lgs. 101/20. Tuttavia, a causa della mancata corrispondenza tra le disposizioni contenute nella legge regionale e quelle contenute nella successiva legge nazionale, i termini cui fa riferimento la legge campana non risultano di fatto applicabili.
Si è configurato pertanto uno status giuridico della legge regionale di difficile interpretazione ed oggetto di discussione.
Il tema del radon nel nuovo decreto 101/20 è trattato in maniera più estesa che nelle legge precedente.
Si introducono norme per la tutela in àmbito residenziale e civile, che tuttavia sono rimandate, nella pratica, alla definizione del Piano Nazionale di Azione per il Radon, previsto entro un anno dall’entrata in vigore del decreto.
Per l’àmbito lavorativo, invece, le norme sono immediatamente operative e introducono molteplici cambiamenti e novità.
Il D.Lgs. 241/00 aveva previsto obblighi di misurazione in àmbito lavorativo ai piani fuori terra degli edifici situati in aree geografiche statisticamente caratterizzate da elevati valori di attività volumica del radon, demandando alle regioni il compito della loro individuazione, su criteri fissati da un successivo decreto di attuazione. Quest’ultimo decreto non ha mai visto la luce e quindi il dettato normativo è rimasto lettera morta.
- Più recentemente anche il D.Lgs. 101/20 ha rimandato la stesura di criteri uniformi di individuazione al Piano Nazionale di Azione per il Radon, ma ha tuttavia fissato un criterio provvisorio di classificazione, invitando le Regioni a compilare un primo elenco di Aree Radon Prioritarie (ARP) sulla base delle mappature in loro possesso.
- Ad oggi - fine 2023 - hanno aderito solo le regioni Sardegna, Piemonte e Lombardia, stilando un elenco di comuni situati in ARP.
Col decreto legislativo 25 novembre 2022 n. 203, entrato in vigore il 18 gennaio 2023, sono state apportate modifiche al testo unico sulla radioprotezione. Per il rischio da radon vi sono alcune novità.
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